La figura dell’Operatore di Training Autogeno.

Che cos’è il Training Autogeno?

Il Training Autogeno, non è altro che una pratica elaborata dallo studioso J.H. Shultz, definita dall’inventore stesso “metodo di autodistensione da concentrazione psichica” ed è basata su tecniche di rilassamento di interesse psicofisiologico e psicosomatico. Spesso questa tecnica viene confusa con la tecnica ipnotica, ma in realtà sono due pratiche ben diverse fra di loro. Il Training Autogeno mira ad un benessere psico-fisico puntando sull’aspetto cognitivo

A chi è rivolto il Training Autogeno?

Il Training Autogeno è rivolto a soggetti che hanno problematiche cardiovascolari, ma non solo è adatto per pazienti che soffrono di attacchi d’ansia o di panico, di stress e soprattutto chi ha mal di testa ricorrenti (emicranie e cefalee), infatti studi scientifici dimostrano che: praticando Training Autogeno per 4 mesi, la maggior parte dei pazienti sono guariti dal mal di testa, nei casi più gravi invece ha apportato benefici ugualmente, in quanto ha ridotto la frequenza del mal di testa ricorrente.

Gli esercizi del Training autogeno su cosa si basano?

Gli esercizi del Training autogeno sono basati su uno stato di concentrazione passiva sull’esperienza sensoriale relativa a esercizi degli arti inferiori e superiori toccando dei punti specifici in base all’esperienza di:

– plesso solare

– fronte fresca

– pesantezza

– calore

– cuore

– respiro

Dove effettuare il Training Autogeno?

Il luogo ideale per praticare Training Autogeno è un posto che rispecchia le caratteristiche della calma, quindi possibilmente un luogo dove non sono presenti tante persone, quindi può essere uno studio che abbia delle pareti pitturate di blu o di lilla o di verde, in quanto sono i colori della tranquillità, della pace profonda, della serenità, dell’armonia, dell’equilibrio e del benessere in generale.  È anche consigliato effettuare Training Autogeno all’aperto, al verde, quindi immersi nella natura. Ovviamente l’abbigliamento deve essere comodo come per esempio delle tute con scarpe da ginnastica, possibilmente dei seguenti colori: lilla, verde e blu.

Quali posizione sono consigliate nel Training Autogeno?

Il dottor Shults ci consiglia 3 posizioni per praticare il Training Autogeno ovvero:

– la posizione supina: distesi con il capo leggermente sollevato da un guanciale, braccia incurvate fino a formare un angolo di 120 gradi e arti inferiori leggermente divaricate, se si riesce ad attuare è la posizione ottimale per praticare Training Autogeno;

– la posizione del cocchiere: necessaria una sedia o uno sgabello, arti inferiori e colonna vertebrale devono essere diritti, mentre le spalle leggermente incurvate in avanti, il capo penzola un poco in avanti, ma non deve assolutamente toccare il petto, arti inferiori leggermente divaricati, piedi ben saldi a terra, gli arti superiori formano con il gomito un angolo di 120 gradi, che cadono sulle cosce e mani penzolanti nell’interno coscia;

la posizione seduta: seduti su un accogliente poltrona, in quanto favorisce la corretta postura del soggetto, possibilmente di colore lilla, blu o verde, la lunghezza del femore deve essere pressoché uguale alla lunghezza del sedile, in modo che la schiena possa aderire comodamente allo schienale e che gli arti inferiori non siano spinti in avanti, poggiare le braccia sui braccioli, passivamente e senza tensioni muscolari, l’avambraccio dovrà formare con il braccio un angolo ottuso di 120 gradi e le mani non dovranno toccarsi fra di loro.

Quali sono gli sbocchi lavorativi per l’Operatore di Training Autogeno?

L’Operatore di Training Autogeno opera in diversi settori tra i quali:

psicologico

sportivo

psicoterapeutico

artistico

aziendale

pedagogico

terapeutico

sanitario

psicopedagogico

medico

L’Operatore di Training Autogeno è un professionista che mira a spiegare e trasmettere le pratiche del Training Autogeno, in quanto questa metodologia è fondamentale e molto utile per fronteggiare il dolore, lo stress, la depressione, l’ansia, il panico ed è anche molto praticato sulle donne in gravidanza, effettuando benefici da tutti i punti di vista.

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A cura di
Dott.ssa Maria Cugliari