Psicomotricità: sviluppa il processo mnemonico?

Prima di rispondere a questa domanda è importante capire cos’è la memoria e come viene classificata.

Che cos’è la memoria?
La memoria è una funzione psichica e neurale di assimilazione, quindi le informazioni vengono acquisite e immagazzinate nel cervello. L’area maggiormente coinvolta nella memoria è l’ippocampo, che si trova al centro dei circuiti che arrivano sia da aree corticali che da aree sottocorticali. Esso possiede un circuito intrinseco incline a trasmettere le informazioni facilitando l’apprendimento. Però i processi di memoria non hanno sede solamente nell’ippocampo, ma anche nell’amigdala, nella corteccia infero temporale, nella corteccia prefrontale, nel cervelletto e nel corpo striato, infatti è stato dimostrato che ogni ricordo è immagazzinato in tutte le strutture del cervello che partecipano all’esperienza originaria che lo ha provocato. La formazione della memoria recente è dovuta al Sistema Limbico, quella parte del cervello che coinvolge anche l’ippocampo e l’amigdala. I processi mnemonici essenziali sono di tre tipi:

  • Acquisizione e codificazione;
  • Ritenzione ed immagazzinamento;
  • Recupero.

Quanti tipi di memoria conosciamo?
Secondo Hebb, nella memoria funge un ruolo molto importante la plasticità neuronale o sinaptica, in quanto essa è il miglioramento dell’efficacia della trasmissione sinaptica che può essere esaltata (memorizzazione) o depressa (dimenticanza) dall’attività cellulare, più semplicemente è la capacità del sistema nervoso (S.N) di modificare l’intensità delle relazioni interneuronali e quindi delle sinapsi, ma anche di instaurarne nuove e in certi casi anche di eliminarne alcune. Grazie ad essa distinguiamo:

  • La memoria sensoriale ovviamente si rifà ai cinque sensi (vista, gusto, tatto, olfatto e udito), quindi è costituita da:
    Memoria visiva: viene focalizzata l’immagine e ricordata;
    Memoria uditiva: viene rimembrato un suono o una musica.
  • La memoria a breve termine che a sua volta comprende:
    -Memoria di lavoro: generalmente rimangono impresse le informazioni per un obiettivo;
    -Memoria iconica: quando lo stimolo visivo, nonostante terminato, persiste per qualche secondo;
    Memoria ecoica: quando uno stimolo uditivo, nonostante concluso, continua a rimanere in mente per qualche istante.
  • La memoria a lungo termine composta da:
    Memoria semantica: si riferisce ai significati di concetti e parole, quindi è basata sulla comprensione del linguaggio;
    Memoria di rievocazione: basata dall’esperienza, da eventi trascendentali, rimembrando fatti vissuti o appresi nel corso del tempo;
    Memoria episodica: riguarda gli eventi strettamente personali che ci sono accaduti, fatti della nostra vita quotidiana;
    Memoria dichiarativa o esplicita: indica il richiamo conscio delle informazioni comunicabili;
    Memoria di riconoscimento: in quanto rievocando un particolare o un dettaglio si ricorda tutta la scena;
    Memoria procedurale: ovvero associata alle azioni e alle procedure per comprendere e risolvere comportamenti complessi. 

Invece nel caso si tratti di comportamenti automatici stiamo parlando di memoria procedurale o implicita

Una volta fatta chiarezza con le varie categorie di memoria, è necessario che ci si renda conto che praticare attività psicomotorie, più precisamente percorsi propedeutici psicomotori, dove ci sono delle sequenze di esercizi, stimolano la memoria sensoriale, a breve termine e a lungo termine, migliorando anche gli aspetti cognitivi e motori: tra i quali le capacità, le abilità, i metodi efficaci e l’apprendimento. Un percorso psicomotorio per essere memorizzato tramite sequenze deve avere vari step ben precisi, ad esempio:

  • 1° step: eseguo lo slalom;
  • 2° step: salto gli ostacoli;
  • 3° step: striscio sotto l’asta;
  • 4° step: faccio la capovolta;
  • 5° step: cammino sulla trave senza perdere l’equilibrio;
  • 6° step: tiro la palla nel canestro.

È di fondamentale importanza che il materiale utilizzato sia adeguato, quindi deve essere materiale psicomotorio, anche perché i colori psicomotori (giallo, verde, rosso e blu) aiutano il processo di memorizzazione. A tal proposito possiamo sostenere che la psicomotricità sviluppa il processo mnemonico!

A cura di
Dott.ssa Maria Cugliari

Se vuoi saperne di più sul corso in psicomotricità davvero interessante clicca quì